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Visualizzazione dei post da novembre, 2011

L'INESORABILE

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      Accorgersi dell'uguale monotonia del tempo chiusa in una muta apparente sonnolenza mentre lo sguardo potrebbe  nel movimento che taglia l'ampiezza delle strade o fingersi girovago oltre le case che sorgono superbe, oltre una fetta di verde dove il sole spande la sua luce nel gioco immaginario che si cela dietro l'oscura trasparenza delle lenti. Il silenzio potrebbe infrangersi soltanto urtando fragili emozioni eppure lo sguardo resta fisso in un orizzonte che pare un segmento ed il silenzio regna in me immacolato anche se intorno pullula il mondo di voci e di rumori.

DOMENICA

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La vita parallela ci sospinge   a un ritmo che muta ad ogni istante in direzioni diverse o somiglianti   m'insidia costante il tuo pensiero   e colma i vuoti nella mente la stanza non ha muri nè soffitto se libero il mio spirito s'eleva ad incontrarti in un angolo di cielo   ho timide speranze che di sera il capo reclinano in preghiera ho timide speranze che al mattino sfociano in più audaci desideri Questa domenica mi sospinge al largo gonfiandomi di vento e  accarezzando la mia tristezza ed il tuo ricordo domani avrò i tuoi occhi e le tue mani e avrò il tuo cuore da mangiare succoso come un frutto alto sul ramo   oggi la solitudine mi grida d'avere più fede e più coraggio domani potrò dirti del mio amore e della pena che m'attraversa il cuore lentamente e senza far rumore.

TRISTEZZA

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Tristezza giunge all’improvviso Come una nube in cielo Rovista tra i pensieri Rallenta il cuore Tristezza mi posa sugli occhi La sua mano e   rende Tutto più monotono e oscuro E di nuova inquietudine Minaccia il giorno che procede A passi lenti e nuove ombre Pone all’orizzonte E si nasconde nel tramonto Di porpora e d’oro Ti da la mano Per poi buttarti a terra Ti bacia con un ghigno Alquanto strano Ti culla ma ti lascia A notti insonni.

VERRA' LA NOTTE

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Verrà la notte anche stanotte E non avrò stelle sul mio capo Non avrò beffardo il viso lunare A vegliare le mie inquietudini. Manca poco all’anniversario Del volo improvviso   verso lidi Impervi ed insolcabili. Con gli occhi negli occhi, Le mani nelle mani Ti toccherò il cuore Fino a raggelare Nella mente tutti i pensieri. Con la tua allegra follia Di griderò : sì domani, ti incontrerò domani su prati eccitati e sgomenti, su onde che ora riposano dopo tanto clamore. 

IN SOGNO

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Andare dove il cuore crede sia più lieve il peso da portare ma dove c’è riparo dalla luce forte dei   pensieri andare lungo il viale come ombra con la paura che il giorno ti dissolva andare come per espiare la pena dell’esilio sospesa all’altalena dell’ansia le labbra dischiuse in una sorta di preghiera. Andare senza sapere dove coi passi che calpestano il suolo da altri attraversato andare fino a te fino a una porta chiusa da dove mi giunge il tuo respiro andare fino a t e fino all’eco della tua voce che col vento mi sussurra: tu non sarai mai sola, credimi, tu non sarai mai sola…

VERRO'

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Verrò Con l’altra faccia, quella che si veste di risate, quella che ascolta, parla, che sorride, quella che tutto dice senza dire niente, con la mente vuota, astratta, che divaga che inventa distrazioni, con i miei gesti muti impersonali,   assente come merita la sera impalpabile, quasi non fosse vera. Verrò con il mio cuore insaziato, con l’ironia l’astuzia, la sagacia, e vi parrà magia e intimità il compromesso che la mia vita concede alla menzogna. Vivere forse è sogno forse è delirio nel   frastuono che tutto fa tacere e tutto vince.

NON HO CALPESTATO MAI LE AIUOLE

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MILLE SILENZI FANNO UN GRIDO CHE SCIVOLA NEL VUOTO E LACERA L’ARIA. QUANTE TEMPESTE HO ATTRAVERSATO CON GLI OCCHI CHE GUARDAVANO ALTROVE ,   LE IDEE CONFUSE NELLO SFORZO SOVRUMANO DI PORTARE A COMPIMENTO IL GIORNO. QUANTA FATICA NEL QUOTIDIANO VIVERE UN SORRISO SFORZATO UNA BATTUTA STONATA E QUELLA MASCHERA CALATA SUL VOLTO ANCHE SE NON ERA CARNEVALE. E INSENSIBILE PAREVA FARSI IL CUORE LE PAROLE PRIVE DI EMOZIONI. HO CAMMINATO SENZA PENSARE DOVE MA NON HO CALPESTATO MAI LE AIUOLE.

SE IO SIEDO CON TE A QUESTA MENSA

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Se io siedo con te a questa mensa non è solo per la bontà della pietanza, che so per certo molto prelibata, ma è anche per colmarti la giornata di gioie, emozioni e ogn’altra essenza acchè tu condivida la mia esperienza. Posso sembrarti un’ostrica talvolta, chiusa, riservata e un po’ raccolta eppure qualche goccia di limone mi scalfisce e mi denuda il cuore. Tu pensami piuttosto una conchiglia Che il mistero del mare in sé nasconde E all’anima mia più assomiglia, crosciando tumultuoso tra le sponde. Tu pensa come in un gioco di magia Approda ogni ricordo alla memoria E muta e si rinnova la mia storia Nel mezzo di un’allegra compagnia. Non ti ritorna nitido quel canto Che nasce da una tavola imbandita Dal vino frizzante o dall’ardita Pietanza soave ed invitante? E ti ritorna una risata arguta Lo sguardo ballerino ...

UN MILIONE DI VOLTE

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      Un milione di volte t'ho preso per mano per strade scoscese ed impervie ed ho illuminato il cammino fiaccola trepida a un ciglio di strada faro nelle notti impietose d'inverno ho rincorso i tuoi passi le tue idee in connubio con le più dolci follie un milione di volte ho sbagliato negandomi ai tuoi occhi e al tuo viso e un milione di volte ho smarrito la strada dentro vicoli ciechi. Un milione di volte t'ho preso per mano. Una volta mi hai lasciato la mano scivolando in un fondo abissale sono ancora nel buio in attesa che un milione di stelle s'affretti a inondarmi di luce.