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Strani duetti

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                Nel rincorrersi d’un verbo senza suono sulla lama del tempo un’ossessione sterile si perde dentro stagioni inutili. I passi sostano dove c’è quiete e la memoria stilla le sue perle mentre qualcuno ti scava dentro. Non esiste la chiave giusta e la vita persevera nel suo inganno insolente come un mendicante d’aria un ladro d’angoli all’ombra della piazza. La luna volge lo sguardo altrove là dove sulla terra si contendono troni e consumando tappeti tagliano nastri. Il premio è nel gong del cuore mentre la solitudine accarezza la pietra con un raggio indelebile. Uno straniero deturpa il silenzio attingendo al paroliere. Fredde emozioni strani duetti in un panorama in bianco e nero.

Il pettirosso

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                E’ entrato un pettirosso in casa mia per errore o forse perché fuori il freddo imperversa e sull’asfalto tra il grigio e l’aria briciola non c’è Ma forse l’uccelletto col bel piumaggio per la finestra m’è entrato dentro casa messaggero tra il mondo dei vivi e i morti a riesumar nel canto la memoria Ma non sarà che la sua presenza all’ansia si coniuga nel cuore e alla speranza d’una notizia buona? Vuole annunciarmi imminente un cambiamento non molto lontano dall’attuale condizione Cosa accadrà non so… ma del suo canto l’armonia vuol dire tregua in quest’istante d’inverno e forse quiete che nella mente mi ritorna ad eco e m’intristisce nell’ora più scura e lunga della sera.

Lontano il mare

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                      Entro nel risucchio dell’onda prima che si sveli il mistero d’un cuore negletto Lontano il prato Assolate attese ore silenziose corolla leggerezza fusione imperfetta nella calura estiva Lontano il sogno Lontano il prato Lontano il mare.       

T'amo nell'assenza

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                  T’amo nell’assenza perché sei seme germoglio che fiorisce tra le negre zolle T’amo nell’assenza perché sei luce colore folgore arcobaleno all’orizzonte T’amo nell’assenza perché sei ali aquilone aria abbondanza in questo tempo d’altri di magra di menzogne di illusioni T’amo nell’assenza perché sei il pieno dei miei vuoti Nella mia mensa la pietanza nell’ombra gli occhi nella notte faro T’amo nell’assenza perché sei pensiero alfa radice alba perché sei ramo e foglia   Vento che mi dà forza nido che ristora t’amo nell’assenza perché sei della mia mente il disegno, del cuore l’onda che mi risale.

Una domenica bestiale

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              Una domenica bestiale. Senza fiori né amore né lago la natura smarrita il pensiero che urla ed insulta le ore le assenze orme su orme. Le parole perle scivolate nel vuoto Una gita che inizia daccapo ad ogni rinuncia una mensa che aspetta in un lido sulla mappa dei sogni La collina sonnecchia pensosa l’amaca dondola lenta nessun peso o sorriso né ombra nell’attesa perenne d’un dito a indicare la luna nella notte o le stelle Della fatica che spesso m’assale per avere i tuoi occhi non resta che uno sbadiglio mentre mastico un fiore e grido il tormento che langue nella foce d’un vuoto d’amore
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  Vivere non è come fare due più due. Vivere non è un assioma, non è una definizione, non è un colore preciso e sempre uguale, è una sorpresa, un interrogativo, un gioco quando la vita si fa dura, un sogno quando la vita ti sembra impossibile, un volo quando non riesci più a camminare.